Come ben si sa, la mimosa (conosciuta anche col nome di “acacia dealbata”) viene per tradizione associata alla Festa della donna, ricorrenza che vede questa pianta dai colori vivaci co-protagonista della giornata.
L’albero della mimosa produce graziosi fiori profumati, che si sviluppano sotto forma di piccole pannocchie composte da più di cento capolini morbidi, i quali coprono completamente i rametti della pianta e possono arrivare a raggiungere i dieci metri di altezza.
La pianta di mimosa può anche essere coltivata in vaso, purché collocata in un ambiente soleggiato e a temperature di almeno 15°C. Infatti, questa pianta non è in grado di resistere a temperature troppo rigide e necessita di un clima temperato. Questo fa sì, inoltre, che solitamente inizi spontaneamente la sua fioritura all’avvicinarsi della primavera.
Perché la mimosa è diventata il simbolo della Festa della donna?
La Festa della donna è una ricorrenza che si festeggia in tutto il mondo, ma l’usanza di regalare la mimosa l’8 marzo ha origine tutta italiana.
Era il 1946 quando Rita Motagnana e Teresa Mattei, iscritte all’Unione Donne Italiane (UDI), proposero questo fiore come simbolo di tale giornata. La decisione fu poi messa ai voti e tutte le donne dell’UDI lo scelsero all’unanimità come simbolo della Giornata Internazionale della Donna.
Una pianta bella e profumata, che fu preferita ad altre due specie (gli anemoni e i garofani) perché l’unica ad avere la fioritura spontanea a marzo. Inoltre, la mimosa è molto economica e accessibile a tutti, motivo in più che spinse verso la sua scelta poiché chiunque, di qualsiasi ceto sociale, avrebbe potuto regalarla alle donne della propria vita.
Sebbene la mente comune la associ automaticamente alla sopracitata ricorrenza, ricordiamo che la mimosa ha comunque diversi significati: simboleggia autonomia, libertà, ma anche innocenza, pudore e sensibilità. È un fiore dall’aspetto molto delicato, ma nasconde dentro di sé forza e vitalità, proprio come le donne che omaggia di anno in anno.