La Lophophora è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactaceae. Appartengono a tal genere pochissime specie differenti, circa 3 o 4. Nelle zone originarie della pianta, essa era conosciuta per il suo potere altamente allucinogeno. A tal proposito, ne è vietata la vendita in alcune nazioni.
Particolarmente conosciuta è la Lophophora Williamsii, spesso chiamata anche Peyote (carne degli dei) o mescalito, tipica per l’uso rituale tra le più antiche popolazioni Americane.
Tale pianta possiede una forma particolarmente caratteristica: essa è appiattita, seppur lievemente tondeggiante. Il suo diametro, infatti, può contare anche 15-25 cm. La Lophophora è composta, generalmente, da circa sei costolature e areole di piccole dimensioni. Il colore della pianta è un grigrio-verdastro, per nulla acceso. La Lophophora è una pianta che è in grado di riprodurre un numero realmente elevato di polloni basali. Le infiorescenze si sviluppano durate la stagione estiva, direttamente dalle piccole areole sopracitate: i piccoli fiorellini sono bianchi oppure rosa e anticipano quelli che sono dei frutti di forma allungata, contenenti numerosissimi semi scuri.
La moltiplicazione della pianta avviene sia per semina che per polloni basali. Questi ultimi vanno recisi dalla pianta madre e posti a radicare, operazione particolarmente veloce e fruttuosa. La semina, invece, ha una germogliazione e radicazione molto lenta, per cui è un’operazione che spesso non viene scelta per assicurare la moltiplicazione della pianta.
Indice
Nome
Lophophora
Ambiente
La Lophophora trova le sue origini nel sud degli Stati Uniti e nel Messico. In genere, si consiglia di riporla sempre in luoghi abbastanza luminosi ed assicurarle almeno 3 ore al giorno di luce solare diretta. Durante la stagione estiva, invece, è meglio collocare la pianta in un luogo maggiormente ombreggiato. In inverno, invece, è possibile riporre la Lephophora anche in casa, possibilmente in un luogo non eccessivamente riscaldato.
Temperatura
Tale pianta, come gran parte delle Cactaceae, non teme l’esposizioni a temperature basse o ad inverni rigidi, purchè il terreno sia completamente asciutto a partire dal mese di ottobre. Se posta in serra, la temperatura non deve essere inferiore ai 7°-10° C.
Mantenimento
Le annaffiature vanno effettuate a partire dal mese di marzo, sino ad ottobre. Si consiglia di compiere tale operazione ogni 8-10 giorni, a seconda delle temperature e del clima presente. Come precedentemente anticipato, dal mese di ottobre in poi, l’apporto idrico va drasticamente sospeso. Tale operazione è necessaria affinchè la pianta sopravviva anche ad inverni rigidi.
La concimazione va compiuta ogni 25-30 giorni, utilizzando un concime per piante succulente, solamente durante il periodo vegetativo della pianta.
Il vaso che ospita la Lephophora deve essere necessariamente molto ampio e profondo. Tale caratteristica è necessaria dal momento che la pianta tende a sviluppare un apparato radicale molto profondo e fitto. Il substrato da utilizzare per questo tipo di piante, è quello classico per le piante di genere succulento: terriccio bilanciato, sabbia e lapillo. Dal momento che la Lephophora ha una crescita molto lenta, non c’è necessità di effettuare trapianti frequentemente.
Avversità
I principali nemici della Lophophora sono gli acari e la cocciniglia. In entrambi i casi è possibile trattare la pianta con un batuffolo di alcool ed acqua, così da ripulire le parti infestate. In genere, però, date le caratteristiche morfologiche e dimensionali, è opportuno affidarsi al proprio vivaista di fiducia che ci fornirà un antiparassitario o un anticoccidico specifico.
mirella d'aietti
Interessantissimo articolo,finalmente conosco il nome della piantina che mi accompagna da anni, purtroppo non riesco a capire se è ancora viva!e ne sono molto addolorata,la mia lophophora è colore grigiastro e raggrinsita. Che posso fare? Mi accompagna da anni e chissà quanto ha sofferto per la mia incapacità. Vi prego di aiutarmi dandomi una risposta. Grazie, Mirella D’Aietti